L’Oro di Gondo

Gondo è un piccolo paese di frontiera che si trova sul confine tra Italia e Svizzera lungo la strada del Sempione che va da Milano a Brig. La storia di questo luogo è legata all’oro. I primi segni di estrazione aurifera risalgono ai romani ma la vera e propria corsa all’oro inizia nel 1600 grazie al Barone Stockalper. Il Barone Stockalper sfruttò i 20 filoni auriferi costruendo una serie di miniere. Ai tempi l’estrazione era fatta manualmente con martelli e chiodi. Alla caduta del Barone Stockalper le miniere vennero abbandonate per più di un secolo fino a quando non vennero acquistate dalla “Société anonyme des Mines d’or“ di Parigi. Questa società modernizzò il sistema di estrazione e iniziando con 100 dipendenti arrivò nel giro di pochi anni ad impegnarne più di 500. Si arrivò ad estrarre più di 40 gr d’oro al giorno e nel periodo tra il 1892 e il 1897 vennero estratti più di 33 kg d’oro. Parte di questa produzione venne utilizzata per coniare 29 GondoGoldvreneli (oggi ricercatissimi; uno venne acquistato per circa 60000 euro nel 2009). Dopo il 1897 l’estrazione divenne insostenibile e le miniere vennero chiuse.

Da un anno però è iniziata una “nuova corsa all’oro”.

Questa volta si tratta di un nuovo tipo di oro: criptovalute (bitcoin, ethereum, monero).

La società che ha creato questa “miniera” è stata fondata da giovani ragazzi del luogo (in totale circa 10 persone). Nella “miniera” avviene l’estrazione di criptovalute sia per la società che per clienti (molti internazionali).

L’attività di estrazione viene svolta con delle schede video (GPU) che effettuano dei calcoli matematici che permottono, in determinare condizioni, di trovare le criptovalute.

In questa miniera sono attive circa 100 macchine.

In entrambi i casi sono state le condizioni ambientali a rendere Gondo il posto ideale nel quale estrarre oro e criptovalute. Se da un lato la particolore composizione delle rocce ha permesso la formazione di filoni d’oro, dall’altro le basse temperature tipiche di questa zona di montagna e l’accesso a una rete elettrica a basso costo (nello specifico idroelettrica) hanno reso Gondo un luogo ideale per attività di mining di criptovalute.

Ultimo parallelismo possibile è la terminologia. Sia per l’oro che per le criptovalute il termine inglese per questa attività è Mining mentre i minatori vengono chiamati in entrambi i casi Miner.

Il lavoro utilizzando documenti storici, fotografie del paesaggio di Gondo, della miniera di criptovalute e di oggetti storici custoditi nel museo dell’oro di Gondo propone una lettura su diversi livelli di questo borgo, della sua storia e del suo futuro.

Con questo lavoro ho vinto il Premio Canon Giovani Fotografi 2018. Il premio prevedeva l’esposizione del lavoro all’interno del programma di mostre del Cortona Festival On The Move 2018.

Nel 2019 ha fatto parte delle mostre del Kaunas Photo Festival.

L’Oro gi Gondo è stato pubblicato su Repubblica  e Wired.